LIBERI O SUDDITI?â

Per immergersi possiamo andare da soli o dobbiamo ricorrere a guide ed istruttori?

Lo spunto per questo primo articolo viene dall’opinione di un sub, responsabile di un gruppo, il quale mi ha comunicato d’essere MOLTO contrario alle immersioni auto-gestite e di consigliare sempre il ricorso ad un centro immersioni per effettuare le escursioni.

Non me ne voglia, rispetto la sua opinione ed il fatto che differisca dalla mia non intacca minimamente il positivo giudizio e la stima che ho verso di lui, come persona e come subacqueo.

Ritengo invece la questione un motivo assai interessante per proporre a tutti i frequentatori di questo sito un’attenta riflessione (sarebbe stato meglio un “forum” ma ancora non siamo organizzati in merito):

“Andare con una guida è necessario? È meglio? È consigliabile? Perché?”

Personalmente credo d’aver ragione nel ritenerlo assolutamente non necessario, migliore… è discutibile, consigliabile: assolutamente no.

Necessario:

Perché?

Premessa. Il brevetto “Open Water Diver”, praticamente quello minimo per potersi definire subacqueo con A.R., prevede che dopo il suo conseguimento si possano effettuare immersioni in completa autonomia e, anche se alcune didattiche come la FIPSAS prevedono alcuni limiti tipo la necessità di un compagno e che almeno uno dei due sia un “secondo livello”, di fatto “patentano” il sub ad andare liberamente dove vuole senza vincoli perché ne certificano la capacità.

Cosa dicono le norme in materia?

Livello Nazionale. Non esiste, nel sistema legislativo nazionale, alcuna norma che preveda la necessità di possedere un brevetto per potersi immergere. La questione è presa parzialmente in considerazione solo dalla legislazione regionale (comunque solitamente assente per il settore) o da ordinanze di qualche meticoloso Comandante di Ufficio Circondariale Marittimo (Capitaneria di Porto). Da maggio 2009 circa le C.d.P. hanno, in ottemperanza ad alcune loro disposizioni interne, dovuto emettere un'ordinanza che nell'intendo voleva recepire e specificare le norme tracciate dal D.M. Trasp. 29.07.2008, n. 146 riguardante la navigazione da diporto. Purtroppo però si sono un po' allargate ed hanno pensato bene di confermare alcuni grossi granchi del Ministro dei Trasporti (vds. obbligo del VHF a bordo) ed inserire motu proprio l'obbligo del brevetto. Insomma era meglio prima e l'unico dettame in merito è quello posto dalla C.d.P. locale.

Ma se il l’aspirante “sub” è un pazzo incosciente? Giuridicamente funziona così: posso vietare un’attività pericolosa od assolutamente pericolosa per il praticante ma devo lasciare la libertà a ciascuno di fare ciò che vuole, il rischio è insito in tutte le attività e la sua valutazione è soggettiva quando non metta in pericolo l’incolumità altrui. Forse qualche esempio può aiutare a chiarire: non posso portare un’arma in giro (metterebbe in pericolo gli altri) ma posso detenerla in casa in un luogo non accessibile ad estranei; non posso circolare sulla strada pubblica con un’auto senza freni o non omologata, ma in un area privata (anche le piste da corsa sono considerate tali) posso correre quanto voglio con qualsiasi prototipo senza dover sottostare a regole di sicurezza, unico vincolo l’eventuale presenza di pubblico. Quindi posso (chiaramente NON DEVE ESSER FATTO) immergermi anche senza sapere nulla perché metto a repentaglio solo la mia vita. Questo concetto lo chiamo rispetto della libertà (anche suicidarsi ne è espressione) pur essendo irremovibilmente convinto che non si debba intraprendere alcuna attività senza la preparazione necessaria per effettuarla. I CORSI DI BASE SONO ASSOLUTAMENTE NECESSARI.

Livello internazionale. A livello europeo l’organo di riferimento è senza dubbio il CEN (Comité Européen de Normalisation); esso individua e stabilisce i livelli di qualità e sicurezza di prodotti e servizi elaborando le norme europee di riferimento alle quali, per la subacquea, tutte le migliori agenzie di didattica si dovranno adeguare.

Per la didattica subacquea sono la EN 14153, divisa in 3 livelli, e la 14413, divisa in 2 livelli; esse sono state elaborate con la collaborazione ed il contributo delle organizzazioni di subacquei, di quelle dei consumatori, delle autorità certificatici e di tutti gli Stati dell’Unione Europea.

Per il brevetto “Open Water Diver” in nostro argomento, la norma di riferimento è la EN 14153-2 nella quale tale livello viene definito (costituendo così lo “standard europeo”) “Autonomous Diver”; nel dizionario inglese-italiano cerco “autonomous” e leggo “autonomo”, quindi prendo il dizionario italiano e trovo “autònomo agg. che ha la capacità e facoltà di gestirsi da sé …omissis… estens. indipendente, libero”. Non credo di essermi sbagliato.

Il ruolo dei centri immersione (e dei centri istruzionali quando come tali operano).

Come dicono le didattiche dovrebbero dare un supporto che, per come viene presentato agli allievi durante i corsi, lo definirei un semplice “servizio post-vendita”; avvalersi di altri servizi come quello degli accompagnatori dovrebbe solo essere una questione di comodità del cliente.

Spesso però è solo teoria, tanto nessuno gli toglie i marchi ed allora…

Meglio:

Non ho dubbi: un’immersione auto-gestita è quanto di meglio possa esistere, sia come subacquei che come persone.

Scendere con un istruttore pone il sub in una posizione psicologica di “carrello”, egli è al seguito ed a guidare pensa un altro, si solleva da ogni pensiero.

Però non cresce e non crescerà mai, non sarà mai maturo e, anche dopo cento immersioni, non sarà in grado di gestire nulla, avrà avuto “crescita zero” (condizione ideale per vendergli un altro corso). Per me uno così è un pollo in allevamento che sta lì e mangia senza dare un senso a quello che fa; poi c’è l’allevatore che tira i fili della situazione e lo fa ingrassare bene dandogli l’impressione di star bene, ma alla fine l’unico a mangiare e crescere è lui.

Ho amici vittime di questa che definisco “sudditanza psicologica” e che, pur avendo conseguito brevetti di livello avanzato, non saprebbero fare a meno dell’istruttore. Uno di loro si è liberato, con molta titubanza, la scorsa estate. Prima ci diceva che eravamo degli incoscienti, ora non vede l’ora di tornare ad immergersi con tutti noi ed ha avvertito che buona parte dell’emozione di un’immersione è costituita dalla sua organizzazione (scelta della meta, pianificazione, ecc.) e dalla sua gestione; ora è un vero subacqueo e non ha più il guinzaglio. Non credo che tornerà facilmente sotto un padrone e quando parteciperà ad immersioni organizzate si sentirà molto, molto più sicuro perché ora è conscio delle proprie possibilità e responsabile delle proprie azioni.

Per me: autogestita = responsabilità + crescita.

Consigliabile:

Che domanda, ASSOLUTAMENTE SÌ!

Considerazioni personali:

Dare un brevetto è, in certo senso, come dare la patente automobilistica. Dopo l’esame si esce ogni volta con l’istruttore a fianco ed i doppi comandi?

Sicuramente tutti (o quasi) hanno vissuto l’emozione di “vedersela da soli”, bene: con il brevetto è lo stesso (ma mai fare a meno del compagno, il “sistema di coppia” è fondamentale per la sicurezza; diciamo che equivale all’uso della cintura di sicurezza).

Sono assolutamente e fermamente convinto poi che il non sentirsi in grado di fare un’immersione auto-gestita… sia un forte ed ulteriore motivo per diffidare dell’operato dei centri immersione e degli istruttori; evidentemente qualcuno di loro ha infangato la categoria puntando a vendervi un prodotto senza badare del pericolo cui vi sottoponeva.

Insomma: se non vi sentite in grado di fare un’immersione auto-gestita io consiglio di tentare comunque, con serenità, in compagnia di un amico prudente e coscienzioso; se proprio non fa per voi lasciate stare la subacquea prima di farvi male. È evidente che qualcuno vi ha voluto vendere a tutti i costi un prodotto che non fa per voi, sicuramente non è la prima né sarà l’ultima fregatura della vostra esistenza.

Non si rilascia la patente ad uno che non riesce a guidare; non è una colpa, sicuramente saprete fare meglio tante altre cose. Mettete il brevetto in un cassetto e concedetevi a tutte le altre opportunità che la vita ci offre. Se sapete cucinare bene però… fatevi sentire!

AUTO-GESTITA: ancora dubbi?

Roma, 27 febbraio 2006.

Andrea Zettera
Presidente del Gruppo Amatoriale Subacqueo

19.03.2006 - P.S.:
oggi ho scoperto che quello che consiglia di andare SEMPRE con un istruttore… lo fa per lavoro. La mia convinzione rimane la stessa anzi, ora è più forte. Diffidate da quelli che hanno centri immersione e raccontano voi come a tutti “è soprattutto un gruppo di amici”! Come avrete notato è la cosa più diffusa, serve per non farvi capire che siete i polli da spennare.

01.10.2009 - P.P.S.:
il D.M. 29.07.2008, n. 146 ha stabilto diversi nuovi precetti per l'immersione subacquea la cui definizione ha visto anche il "pregiato" apporto di pensiero dell'ADISUB.

Tra le novità introdotte, cui sarà meglio dedicare specifica trattazione, spicca l'obbligo ___

 

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