Maratea (PZ) e costa a sud

Unico affaccio della Basilicata sul Tirreno, Maratea è a ragione ritenuta "il fiore all'occhiello" della regione e di certo rappresenta un riferimento nel panorama turistico italiano.
Il paese è caratterizzato dall'esser diviso in tante frazioni e località cui un recente programma di toponomastica ha voluto restituire nuova identità tramite il posizionamento di appositi cartelli che consentono anche agli avventori occasionali di conoscere appellativi altrimenti noti solo agli autoctoni.
Il cuore del paese è costituito dal centro strorico, mentre lungo la costa sono distribuite le frazioni di Acquafredda, Cersuta Fiumicello, Porto, Marina e Castrocucco, dov'è tra l'altro la splendida località de "La Secca". Sempre maggiore vitalità stanno acquistando le frazioni montane di Massa, Brefaro e Santa Caterina.
Il punto di maggiore aggregazione sociale è il centro storico, seguito dalle località del Porto e di Fiumicello (quest'ultime soprattutto durante la stagione estiva).
La costa è alta e resegata, circa 10 Km di fronte sviluppano quasi 32 Km di percorso. L'accesso al mare avviene tramite tante discese per raggiungere le piccole e pittoresche spiagge di sabbia grigio scuro o nera.

I confini della sua costa sono costituiti dai limiti naturali del canale di mezzanotte a nord e del fiume Noce a sud. Punti di particolare interesse sono costituiti dallo scoglio (od isola) di Santojanni e dalla vicina "secca della giumenta".

Attrazione particolare è l'imponente statua del Redentore (22 m) che dalla sommità del monte San Biagio (623 m) domina la parte principale del territorio. Da quel punto il panorama è certamente unico e mozzafiato, sia di giorno che di notte.

Patrono del paese è San Biagio (nome infatti assai comune tra gli abitanti) la cui festa ricorre, secondo il calendario, il 3 febbraio ma che la tradizione locale celebra nuovamente tra la seconda domenica di maggio ed il giovedì precedente con due bellissime processioni per portare la statua (un mezzo busto in argento) dalla chiesa di San Biagio (quella sul monte omonimo e di fronte alla quale si erige la statua del Redentore) alla chiesa dell'Addolorata (nel centro storico, al centro del corso principale) e poi di nuovo nella sua normale sede sul monte. Dalla chiesa di San Biagio alla località "Capocasale" la statua viene coperta da un drappo rosso; ciò in ossequio all'antica necessità d'impedire che la luce possa riflettersi sul prezioso metallo rendendola visibile dal mare ad eventuali predoni.

Forte e radicata nella storia è la fede cattolica degli abitanti, tanto che il paese (5.204 ab. a giugno 2009) detiene il primato di possedere ben 44 chiese.

 

Praia a Mare (CS)

E' il secondo paese della Calabria sulla costa tirrenica, preceduto solo dalla frazione "Marina" di Tortora (CS).

Praia confina a nord con Marina di Tortora (CS), il limite coincide con quello dello stabilimento ex Marlane (compreso), mentre a sud giunge fino al canale ___ che la divide da San Nicola Arcella (CS).

Nata come villaggio con il nome di "Plaga sclavorum" (Spiaggia degli schiavoni), divenne frazione di Ajeta (CS) con il nome di "Praia di Ajeta" per distaccarsi poi nel ___ divenendo comune automo. L'antico centro abitato era molto all'interno, tutto a monte (est) della strada principale (ora via Pasquale Longo) che attraversa tutto il paese e si affacciava su una profondissima spiaggia. E' assai facile trovare nei locali pubblici foto che ben riportano questa antica realtà.

La parte storica del paese è oggi quasi nascosta al traffico dei turisti ma ancora intatta; essa rivela la sua natura di villaggio di pescatori e punto di scambio delle merci tra la ferrovia e l'entroterra.

La costa è bassa, con una lunghissima spiaggia che in corrispondenza del centro abitato è sabbiosa per diventare sassosa man mano che ci si avvicina alla battigia. Avvicinandosi all'isola Dino la spiaggia diventa tutta ghiaiosa.

La principale località nella parte del territorio vicino al mare è quella di "Fiuzzi" che comprende la spiaggia e l'immediato entroterra del "Capo d'Arena" (la punta di spiaggia antistante l'isola Dino) fino al tratto poco a sud della torre vicina normanna.

La principale particolarità del luogo è data dalla presenza quasi timida dell'imponente isola Dino, che è una delle maggiori attrazioni della regione ed il luogo simbolo di Praia. L'11 settembre 1962 l'isola venne ceduta dal comune di Praia ad una società privata facente capo alla famiglia Agnelli (quella della FIAT), poi da questa nel ___ la proprietà della società (quindi dell'immobile) passò per la maggioranza ad un costruttore calabrese e per la minoranza ad alcuni professionisti di Roma. Dal gennaio 2010 è in corso la cessione della parte di proprietà dell'imprenditore calabrese ad uno locale, rimanendo quindi un bene privato. Negli anni '60-'80 sull'isola era attivo uno dei villaggi turistici più belli d'Italia che poi venne abbandonato; le strutture sono oggi in stato di degrado ed in parte crollate, rimangono ben tenute solo alcune piccole strutture situate nella parte alta e che sono di uso strettamente privato.

Negli ultimi anni '80 nacque il villaggio "Fortino" che aprì la strada allo sviluppo nella parte alta del suo territorio, avvenuto con la forte antropizzazione delle frazioni "Foresta" e successivamente di tutto il percorso che segue la prima parte della strada per Aieta.

Patrona del paese è la Madonna della Grotta, per la quale si festeggia dal 13 al 18 agosto con il culmine della festa nella serata del 14 ed il 15, quando la statua custodita nel santuario viene portata nella chiesa principale del paese (del Sacro Cuore, lungo "viale della libertà" che è il luogo di pricipale passeggio serale) dopo una processione sul mare ed alla mezzanotte viene effettuato uno spettacolo pirotecnico sulla spiaggia.

Ultimo aggiornamento Lunedì 20 Settembre 2010 10:07